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A scuola all'estero

la scolarizzazione fuori dall'Italia

Sono un'italiana, sposata ad un italiano ed ho due figli uno di 7 ed uno di 4 anni .

Per "inseguire" il lavoro di mio marito da un anno ci siamo trasferiti in Francia.

Quando ci si trasferisce a vivere all’estero con dei bambini, la prima preoccupazione che ci si pone è quella della scuola. Finchè i bimbi sono in età da scuola materna, i problemi sono limitati: un asilo in lingua straniera è fonte di arricchimento e nulla toglie all’apprendimento della lingua italiana, che viene sempre coltivato nell’ambito familiare, e ancora non si consolida nella lettura e nella scrittura.

Quando si inizia con la scuola elementare (ed è il nostro caso…), il discorso cambia, e si complica man mano che il bambino/a cresce.

All’inizio abbiamo subito pensato ad una scuola italiana (poiché per i nostri figli il francese era una lingua sconosciuta…) e documentandoci abbiamo visto che  il pogramma di studi era praticamente  equivalente  a quello di una scuola in Italia e  veniva quindi consigliata alle famiglie che si trasferiscono in Francia  per un periodo limitato di tempo in modo da evitare l’eventuale  perdita di anni di studio.

Ecco a questo punto che si pone il dilemma: "Li iscriviamo  ad una scuola italiana oppure ad una  scuola pubblica francese? "

Abbiamo subito accantonato la prima ipotesi, non tanto perchè è incerto il tempo della nostra permanenza all'estero, ma piuttosto perchè era nostro desiderio che i  figli parlassero la lingua del posto e  riuscissero quindi ad integrarsi. Alla fine abbiamo deciso di procedere con l’iscrizione alla scuola pubblica del quartiere ed in questo modo avrebbero ritrovato nel raggio di poche centinaia di metri tutti i loro compagni di scuola.

Certo l’ideale sarebbe stata una via di mezzo, magari una scuola francese con delle sezioni “internazionali”,  ma sembrava non ci fosse…..o meglio nessuno ci aveva fornito informazioni a tal proposito.

E cosi’ una volta scelta la casa in funzione alla collocazione della scuola…. come per magia e con nostro stupore scopriamo che a soli  14 Km esiste una scuola internazionale con ben 13 sezioni straniere, dove è previsto il doppio insegnamento, evvero il francese ed in più offre la possibilità agli allievi di continuare lo studio della propria  lingua madre,  un’ottima scuola  adatta a formare alunni bilingui e di diverse culture, dai primi anni della materna al liceo. Insomma  era proprio quello che faceva al caso nostro, ma ……troppo tardi ! Se solo ci fosse stata una maggiore divulgazione delle informazioni, ma soprattutto una maggiore assistenza per i nuovi arrivati in terra straniera ! La cosa sorprendente di questo liceo è che si puo’ decidere di iscriversi come esterni, ovvero i bambini possono tranquillamente frequentare la scuola pubblica francese e poi per due mezze giornate a settimane (e queste assenze sono giustificate, perché c’è uno speciale accordo tra la scuola pubblica francese ed il liceo) si recano alla loro sezione internazionale di apparteneza e poter approfondire la loro lingua d’origine. Incredibile ma soprattutto è un ottimo compromesso tra una scuola completamente francese ed una completamente italiana.  Certo è piuttosto faticoso per i bambini perché frequentare una doppia scuola vuole anche dire doppi compiti e non dimentichiamo poi lo stress a livello psicologico, ma non dimentichiamo anche lo stress per il “servizio  taxi” che le mamme devono effettuare.

Abbiamo deciso di trasferirci in Francia a fine giugno, una volta terminato l’anno scolastico in Italia. Eravamo veramente terrorizzati al pensiero di  come sarebbe stato il primo giorno di scuola per i nostri figli che non parlavano una sola parola di francese!!!! E se si fosse rivelato una catastrofe e si fossero rifiutati di andarci? Preoccuapata di questa loro probabile e più che normale reazione, ho pensato che iscriverli ad un centro giochi estivo (piuttosto che portarli a giocare al parco e dove sicuramente avrebbero giocato e parlato esclusivamente tra di loro) poteva essere una buona idea per rendere meno traumatico il loro inizio . Avrebbero potuto conoscere quella che a settembre sarebbe stata la loro scuola e le loro orecchie si sarebbero un po’ abituate al dolce e melodico suono francese. E cosi’ dopo aver preso confidenza ed esplorato la nuova casa ed i  dintorni, hanno frequentato per due  settimane i centri estivi, una settimana poco dopo l’arrivo in Francia ed una settimana prima dell’inizio della scuola.

E’ trascorso già un anno dal nostro arrivo in Francia e se dovessimo fare un bilancio potremmo dire che è piuttosto positivo, soprattutto per i bambini! Ancora una vota viene confermato forte  spirito di adattamento  che essi hanno e soprattutto l’incredibile capacità di apprendimento delle lingue.

Con il senno di poi ci rincresce aver lasciato sfuggire la possibilità di iscrivere a tempo pieno i nostri figli ad una scuola internazionale e tutto questo per la mancanza di informazioni e la possibilità di contattare in qualche modo delle persone che avessero le nostre stesse esigenze.

E’ triste ammetterlo ma quando si “atterra” in un nuovo Paese ci si sente soli e sperduti ed è fortissimo il desiderio di poter comunicare e condividere con qualcuno  tutto cio’ che di positivo e non,  stiamo vivendo.

Non sottovalutiamo pero’ tutti i dubbi prima della grande decisione: partiamo o non partiamo? A cosa andiamo incontro? Quali sono i pro ed i contro di questa esperienza all’estero? Con le domande si potrebbe continuare ……ed ecco quindi che sarebbe interessante  e confortevole avere la possibilità di dialogare con persone che abbiamo già avuto questo tipo di esperienza e perché no anche delle altre e potrei trarne degli utili consigli !